Congeniale sarebbe riuscire a dimostrare, attraverso degli elementi della scienza, che possono essere riscontrabili empiricamente, le teorie che riguardano la religione. E questa è la sfida di questo blog !
Per definire un "ente geometrico" occorre far riferimento ad altri enti precedentemente introdotti che, a loro volta, possono essere definiti solo facendo ricorso ad altri,di modo che,di concetto in concetto, si deve risalire ai concetti primitivi.
In modo del tutto analogo, per dimostrare una data "priorità" ci si deve riferire ad altre proprietà precedentemente dimostrate che, a loro volta, dipendono da altre. Si viene così a costruire, con un procedimento a ritroso, una successione di proprietà che non può, chiaramente, estendersi all’infinito. Per cui è necessario che alcune proprietà iniziali vengano introdotte senza darne una dimostrazione,quindi vengono ritenute come delle proprietà fisse.
Tali proprietà primitive vengono dette “postulati” o “assiomi”, usati come punti di partenza della matematica e vengono accettati per fede.
1 - L’ uguaglianza delle figure gode delle tre proprietà: Riflessiva, Simmetrica, Transitiva.
2 - Dati due qualunque punti distinti A e B, esiste una ed una sola retta che li contiene entrambi.
3 - Ogni retta r è un insieme ordinato di punti, l’ordinamento è tale che:
- presi su r due punti distinti A e B, esiste sempre un punto C compreso tra A e B
- preso su r un punto C, esistono sempre due punti A e B di r fra i quali esso è compreso.
Corollario dipendente:
· Fra due punti A e B di r sono compresi infiniti punti appartenenti ad r -> Ogni retta è un insieme infiniti di punti
· Ogni punto C di una retta r è preceduto e seguito da infiniti punti di r.
4 - Per ogni punto P passano infinite rette.
5 - Date due rette orientate a e b e due loro punti A (appartenente ad a) e B (appartenente ad b) esistono due movimenti rigidi che portano a ad coincidere con b, con A su B: l’uno fa coincidere le due orientazioni e l’altro le dispone in senso opposto.
6 - Dati nel piano una retta r ed un punto esterno ad essa, esiste una ed una sola retta s passante per P e non avente alcun punto in comune con la r. Quindi due rette r e s del piano si dicono parallele se coincidono oppure se non hanno alcun punto in comune. (Postulato di Euclide)
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Dati gli elementi sopra descritti potremmo rompere i primitivi concetti ed elementi, quindi utilizzare gli assiomi, postulati o dogmi della scienza che sono, per definizione, non da accettare per fede, ma da accettare al fine di creare una utile e coerente teoria scientifica, e possono essere in qualsiasi momento contraddetti, pur di ottenere una teoria di maggior utilità.
Un classico esempio è quello dato dalla definizione delle geometrie non euclidee, che nascono rimuovendo il quinto postulato di Euclide e costruendo una teoria che non ne fa uso. Quindi la definizione degli assiomi è essenzialmente dettata dalla convenienza e per questo motivo possiamo essere in grado di dimostrare una nostra teoria anche se non seguiamo le primitive proprietà.
Per ipotesi: possiamo considerare l’affermazione che ritiene la retta, un insieme infinito di punti e se da un punto passano infinite rette, allora da qualsiasi punto proviamo a far passare una retta, riusciremo a determinarla.
E probabilmente, potrà capitare che due rette si potranno anche incontrare in un punto all’infinito ! ! ! !
Lo spazio non euclideo è ritenuto valido in conseguenza all’introduzione della relatività generale.
Nella seconda parte della teoria, la Relatività Generale, applicata all'universo e che ha elaborato Einstein, entra in gioco un'altra forza fondamentale, quella gravitazionale, a cui praticamente si sottomette persino la luce.
Infatti, nello spazio cosmico, un raggio di luce che transita in prossimità di una grande massa viene da questa deviato verso se stessa in maniera direttamente proporzionale all'entità del corpo celeste. Ciò è stato appurato durante le eclissi solari, osservando come alcune stelle apparivano spostate rispetto alle posizioni reali, a causa della massa solare.
Ma come sappiamo dall'evoluzione dei corpi stellari, questi alla fine della loro vita si contraggono, aumentando quindi grandemente la loro densità. A densità maggiori corrispondono gravità maggiori, e perciò più deviazioni della luce, sino al caso limite di densità infinita cui corrisponderà una forza gravitazionale infinita ed una conseguente deviazione totale della luce.
Allora un raggio di luce che passi in vicinanza di una grande massa gravitazionale verrà risucchiato da questa in un pozzo senza fondo, senza più essere visibile dall'esterno e con una velocità sempre maggiore.
Ma come sappiamo dalla relatività speciale, questa non può superare il suo stesso limite di 300.000 km al secondo, ragion per cui, ad esserne in primo luogo influenzati saranno lo spazio ed il tempo.
Una teoria rivoluzionaria dunque, che porta come diretta conseguenza nel campo astrofisico alla scoperta di uno dei più straordinari oggetti dello spazio: il buco nero, in cui si riscontra una contrazione del tempo tanto da poterla paragonare allo stato spirituale di cui si parla anche all’interno della Bibbia.
Se crediamo a tali teorie scientifiche, in cui si affermano dei concetti non percepibili dovremmo essere predisposti ad accettare l’idea dell’esistenza di Dio, della Fede per Lui e della sua manifestazione.
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