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Per una maggiore comprensione del tema proposto ti consiglio di iniziare la lettura al primo post che è stato registato ( n. 1) ma che risulta l'ultimo nell'ordine degli altri post. In questo modo potrai seguire la logica dell'esposizione di questo pensiero.

Spero che ti sia utile per una tua personale riflessione per esplorare il "tuo spirito".


(a cura di Alessandro Trojani, da pubblicazioni di Frabrizio Coppola)


venerdì 12 novembre 2010

2 - Più velocità, meno spazio e tempo

Quindi un corpo che viaggia a velocità prossime a quella della luce, tenderebbe a contrarsi fino a scomparire. Questa incredibile conseguenza dipende dalla relatività del tempo rispetto alla costante della velocità della luce: spazio e tempo sono correlati tra loro.

Einstein infatti parla di dimensione spazio-temporale. Se la costante è infatti, la velocità della luce, le due grandezze rimanenti non sono più assolute, ed anche lo spazio risulta diverso per i diversi osservatori. All'aumentare della velocità, quindi, non solo si modifica la struttura del tempo, ma si modifica necessariamente anche la struttura dello spazio. Dunque all'aumentare della velocità di un corpo, il tempo rallenta e lo spazio si contrae.

Un esempio potrebbe essere il caso di un marinaio che cammini lungo il ponte di una nave a 5 km all'ora, dalla terraferma lo vedremmo muoversi secondo due diverse velocità, a seconda del riferimento usato. Una di 5 km/h riferita alla nave, e l'altra di 5 km/h più quella propria del battello, se useremo la Terra come punto di riferimento. E fin quì tutto a posto con il sistema galileano.
Il problema nasce se la velocità con cui si muove il nostro ipotetico viaggiatore sia pari a quella della luce. In questo caso non lo vedremmo più spostarsi ad una velocità pari alla somma delle due, come ci potremmo aspettare, bensì sempre a quella stessa della luce.

La stessa cosa riguarda la luce solare che ci giunge sempre nello stesso tempo, sia che la Terra si stia avvicinando al Sole, ed in questo caso, dovremmo osservarne una maggiore perché il nostro pianeta andrebbe incontro ad essa, sia che la Terra se ne stia allontanando, ed in questo caso ne dovremmo avere una minore perché  i raggi solari sarebbero costretti a rincorrere la Terra.

E' questa una caratteristica della luce, da cui si ricava che la sua velocità, la massima attualmente conosciuta, non risponde alle regole del sistema galileano ed è perciò uguale per ogni punto di riferimento a prescindere dallo spazio e dal tempo. Di questo se ne accorse Einstein che elaborò la teoria della relatività prendendo spunto dalla scoperta di due scienziati americani, i quali alla fine del diciannovesimo secolo avevano notato che, nonostante la luce viaggi ad una velocità grandissima, questa non può superare comunque i 300.000 km al secondo.

Essa è dunque una quantità finita che si mantiene costante nel tempo e nello spazio. La teoria della relatività allora ribalta i punti di riferimento fissati dal sistema galileano quando la velocità di un corpo si approssima a quella della luce. Ogni evento fisico non è più relativo al moto, con lo spazio ed il tempo invariabili, bensì alla posizione dell'osservatore, dove l'unica entità assoluta diviene appunto la velocità della luce.

Einstein codificò il tutto in quella famosa formula che caratterizza tutta la sua teoria:

E (Energia) = M (massa) x C2 (velocità della luce al quadrato)

Quindi si può affermare che avvenendo una contrazione dello spazio e del tempo tanto da  uguagliare questa condizione al valore zero che risulta essere né visibile e né tangibile perché non quantificabile, perciò paragonabile alle caratteristiche legate all'infinito e quindi a Dio.

Alcuni scienziati oggi studiano l'accostamento tra la tradizionale visione cristiana, basata sulla Bibbia e la concezione scientifica che emerge dalle sensazionali scoperte degli ultimi quattro secoli. Secondo molti uomini di scienza, ed anche secondo molte persone comuni, queste due concezioni sono in conflitto. Non però chi le ritiene compatibili ed auspica il superamento delle apparenti discordanze. Addirittura alcuni scienziati che nega l’esistenza di una contraddizione.

Chi ha ragione? Esiste una soluzione a questo dilemma?  La questione è molto delicata e per poter procedere  ...

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