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Spero che ti sia utile per una tua personale riflessione per esplorare il "tuo spirito".


(a cura di Alessandro Trojani, da pubblicazioni di Frabrizio Coppola)


venerdì 12 novembre 2010

6 - La svalutazione del ruolo dell’uomo nell’universo

Per quanto riguarda gli studi scientifici sugli esseri viventi, già nel secolo diciassettesimo Hooke aveva scoperto che essi sono costituiti da migliaia di piccole particelle chiamate "cellule", visibili solo al microscopio.

La teoria cellulare, sviluppata nel diciannovesimo secolo, evidenziò che le cellule a loro volta sono costituite di composti chimici che contengono elementi materiali ordinari (carbonio, ossigeno, idrogeno, azoto, eccetera), ovvero sono costituite di atomi proprio come la materia inanimata, sebbene mostrino una insolita capacità di organizzazione.

Così la scienza non trova nell’uomo l’anima di cui parlano le religioni, bensì solo elementi materiali. Questo portò il biologo Vogt ad affermare: "Il cervello secerne pensieri così come il fegato secerne bile".

Nel corso del diciannovesimo secolo Darwin dà un’ulteriore stoccata alla vanità dell’uomo. Con la sua teoria dell’evoluzione biologica egli evidenzia che gli esseri viventi si sono evoluti nel corso di milioni di anni da semplici organismi ad organismi sempre più complessi, fino ad arrivare all’uomo. Darwin commenta tutto ciò con le seguenti parole: "Nella sua arroganza l'uomo attribuisce la propria origine a un piano divino; io credo più umile e verosimile vederci creati dagli animali".

Oggi la biologia evoluzionistica afferma che l’uomo discende dalle scimmie, le quali discendono da organismi più semplici, e così via, fino a retrocedere a semplici cellule che si ritengono nate per caso sulla Terra circa tre miliardi di anni fa, grazie a combinazioni chimiche accidentali avvenute in acque poco profonde e ricche di elementi, che costituivano il cosiddetto brodo organico primordiale. I primi organismi complessi risalirebbero invece a circa 600 milioni di anni fa.

Secondo la biologia ufficiale, lo sviluppo della vita dal brodo primordiale è avvenuta per caso: scontri accidentali tra le molecole hanno formato strutture sempre più elaborate, formando organismi sempre più complessi.

La macromolecola del DNA, che contiene il codice genetico di ogni organismo, ha gradualmente subito delle mutazioni accidentali, e si sono conservate solo quelle combinazioni che fortuitamente si rivelavano più adatte a sopravvivere nell’ambiente circostante, mentre le altre sono scomparse, secondo un cinico meccanismo chiamato selezione naturale.

Nel corso del diciannovesimo secolo si comprende definitivamente anche che il Sole non si trova al centro dell’universo. La rivoluzione astronomica aveva sostituito il Sole alla Terra al centro del nostro sistema planetario (detto appunto sistema solare), ma si continuava ancora a credere che esso fosse al centro dell’universo (solo pochi, come Bruno, credevano all’esistenza di innumerevoli sistemi solari, nessuno dei quali poteva ritenersi centrale).

All’inizio del ventesimo secolo risulta ormai chiaro che il nostro Sole è una stella comune, di dimensioni medio-piccole, situata in una zona semi-periferica di una galassia qualsiasi, chiamata Via Lattea. L’uomo perde sempre più importanza rispetto all’immensità dell’universo materiale. E siccome le disgrazie non vengono mai sole, in questi anni arriva pure la psicoanalisi di Freud, che evidenzia che la psiche dell’uomo è fortemente condizionata dalle pulsioni inconsce (di natura praticamente animale), solo di poco mitigate dalla moralità collettiva.

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