Nel corso del ventesimo secolo la fisica continua il suo sviluppo.
La teoria della relatività di Einstein implica l’esistenza di alcuni paradossi che sembrano contraddire il comune buonsenso e costringono i fisici a rivedere i concetti di spazio e di tempo.
Tale teoria inoltre evidenzia che la materia è una particolare forma di energia: la celebre formula di Einstein E=mc2, che tutti conoscono, ma di cui pochi sanno il significato.
In termini semplici ... significa che la massa di ogni particella materiale equivale ad una certa energia, ed in particolari circostanz,e le particelle possono disintegrarsi e liberare l’energia corrispondente (si pensi alla bomba atomica).
Intanto gli studi sulla struttura dell’atomo rivelano che esso è un sistema fisico costituito da particelle ancora più piccole in movimento: il protone, il neutrone e l’elettrone. Tali particelle elementari obbediscono a leggi, descritte dalla cosiddetta meccanica quantistica, e rivelano che la loro natura non è puramente "corpuscolare" (cioè non si tratta di vere e proprie particelle materiali paragonabili a piccole palline dure), ma è anche "ondulatoria", ovvero sono descrivibili in termini di onde che si propagano nello spazio.
Questo è uno dei tanti paradossi della meccanica quantistica, che rivela i limiti della concezione materialistica e meccanicistica ottocentesca e propone nuovi modelli della realtà fisica.
Seguendo un ‘analisi storica, agli inizi del ventesimo secolo l’immagine che l’uomo ha di se stesso nell’universo è davvero desolante: egli è nato per motivi accidentali dal "brodo primordiale" e si trova a vivere in una realtà materiale e meccanica impersonale e del tutto insensibile alla sua esistenza.
Questa immagine sembra scaturire dall’indagine scientifica della realtà, che ottiene successi straordinari dal 1600 in poi fino a portare alla straordinaria tecnologia attuale, che rende possibili i viaggi spaziali, l’elaborazione di suoni, immagini ed informazioni tramite il computer, la loro trasmissione praticamente istantanea da una parte all’altra del mondo con le nuove reti di computer ...
La visione tradizionale insegnata dalla religione a questo punto sembra lontanissima dalla realtà.
L’ateismo si diffonde sempre più e molti si chiedono come possano esistere milioni di persone che continuano a credere nell’esistenza di Dio.
Già nel diciottesimo secolo l’illuminista Voltaire aveva profetizzato che entro un secolo la religione cristiana sarebbe scomparsa. Nel secolo diciannovesimo altri filosofi, alcuni anche antitetici tra di loro come Marx e Nietzsche, attaccarono il cristianesimo e tutte le religioni, prevedendo la loro fine imminente.
Tuttavia la religione cristiana esiste ancora oggi, anche se non esercita più quel ruolo egemonico tipico dei secoli passati. Questo non fa altro che aumentare il contrasto da cui abbiamo iniziato questo blog: una delle domande " ... chi ha ragione? ..." rimane irrisolta.
Da un lato la scienza con i suoi successi sembra aver superato la concezione tradizionale dell’universo, imposto dalla religione. Dall’altro lato la religione gode di buona salute (anche se non ottima), ed è sopravvissuta nonostante le teorie dei filosofi.
Forse la "religione" non è "l’oppio dei popoli", come sosteneva Marx, bensì un’esigenza insita nell’animo umano o almeno sentita da una grandissima parte dell’umanità.
Sembra che la concezione religiosa soddisfi l’uomo da un punto di vista emotivo, mentre quella scientifica lo soddisfi da un punto di vista razionale. Purtroppo però le due spiegazioni non sono coordinate tra di loro e appaiono in contrasto reciproco.
Lo sviluppo storico trattato fino ad ora è coerente con ciò che la Chiesa insegna con i precetti della religione cristiana, e dall’altra i filosofi illustrato le scoperte della scienza, che sembrano inquadrarsi in una concezione diversa e forse incompatibile con la prima.
Infatti secondo la religione l’uomo ha un ruolo di stretta parentela con Dio, e può quindi vantare un’origine nobilissima (anche se parzialmente compromessa dal peccato originale). Secondo la visione sottintesa dalla scienza, l’uomo ha un’origine ben poco nobile, essendo un animale evolutosi in seguito a combinazioni accidentali e prive di scopo da una brodaglia di elementi chimici.
Mettiamo quindi a confronto le due verità:
- L'uomo è stato creato da Dio Stesso a Sua immagine e somiglianza e riveste un ruolo di primaria importanza nell'universo, e tuttavia è solo un animale particolarmente evoluto, che discende dalle scimmie e da altri organismi più semplici e primitivi nati accidentalmente in seguito a mutazioni genetiche casuali; un animale che avrebbe anche potuto non esistere senza cambiare praticamente nulla nel quadro generale dell’Universo.
- La vita è sacra ed eterna poiché è la suprema manifestazione dello Spirito Divino, e tuttavia è temporanea, caduca e priva di significato poiché è nata per puro caso in seguito ad interazioni chimiche accidentali tra elementi puramente materiali nel cosiddetto "brodo primordiale".
- La Terra è un luogo di importanza fondamentale nell’Universo, poiché Dio vi ha fatto nascere gli uomini, creati a Sua immagine e somiglianza, e tuttavia è un piccolo ciottolo sperduto nell'immensità del cosmo materiale, arido, freddo ed impersonale; un ciottolo che avrebbe anche potuto non esistere senza cambiare praticamente nulla nel quadro generale dell’Universo.
- L'Universo è una meravigliosa manifestazione della Suprema Intelligenza Divina, e tuttavia è un congegno materiale abbandonato a se stesso, che si muove come un mero meccanismo senza scopo né significato.
Tutto logico e coerente, vero? Pare proprio di no!!!!
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