Il concetto di Fede abbraccia una concezione connessa ad essa, che è quella della Trinità.
La dottrina della trinità e unicità di Dio fa riferimento alle tre persone dell'unico Dio.
Questa dottrina si è sviluppata nell'ambito del cristianesimo antico e venne definita come dogma nel 325 d.C. col primo concilio di Nicea che dichiara la consustanzialità del Figlio col Padre e con lo Spirito Santo.
Le tre persone sono distinte come:
- Dio Padre: il creatore dell'universo.
- il Figlio: generato dal Padre prima della creazione del mondo, fatto uomo nella persona di Gesù Cristo nel seno della Vergine Maria, il redentore.
- lo Spirito Santo che il Padre manda nel nome di Cristo a insegnare e comprendere le verità rivelate. Terza persona della Trinità, distinta dal padre e dal figlio, ma ad essi indissolubilmente unita per costituire un unico Dio. Il dogma trinitario: Dio uno solo nella sostanza e trino nelle persone.
Relazione fra Padre, Figlio e Spirito |
Come è possibile affermare che Dio è "uno e trino"? Secondo la fede cristiana la natura divina è al di là della conoscenza scientifica, ed è incomprensibile e non conoscibile se non fosse per quanto è dato sapere attraverso la rivelazione divina. Quindi la dottrina trinitaria non è una dottrina, come quella della esistenza di Dio, conoscibile attraverso la ragione umana o la speculazione filosofica.
Secondo la visione trinitaria, è scorretto dire che il Padre o il Figlio, in quanto alla divinità, siano due esseri. L'affermazione centrale e cruciale della fede cristiana è che esiste un solo salvatore, Dio, e la salvezza è manifestata in Gesù Cristo, attraverso lo Spirito Santo.
Lo stesso concetto può essere espresso in quest'altra forma: utilizzando un concetto matematico sugli insiemi che richiama la relazione transitiva, in cui tre insiemi distinti,il cui dominio coincide ed allo stesso tempo sono una cosa sola.
e con, un ulteriore relazione simmetrica si può esprimere la seguente espressione:
1. Soltanto Dio può salvare
2. Gesù Cristo salva
3. Gesù Cristo è Dio e salva.
In ambito teologico trinitario viene fatta una distinzione fra la trinità da un punto di vista "ontologico" (ciò che Dio è) e da un punto di vista "economico" (ciò che Dio fa).
Secondo il primo punto di vista le persone della trinità sono uguali, mentre non lo sono dall'altro punto di vista, cioè hanno ruoli e funzioni differenti.
L'affermazione "figlio di", "Padre di" e anche "spirito di" implica una dipendenza, cioè una subordinazione delle persone.
La fede è al centro della credenza religiosa, grazie ad essa l’uomo può credere in tutto ciò che riguarda Dio, e per questo ritenere che Dio è Infinito in cui in lui è evidente il passato, il presente ed il futuro.
Gesù ha dimostrato con la resurrezione, che le parole di Dio si sono manifestate; ma rimane l’incertezza sulla resurrezione dell’anima o del corpo. Allora potremmo ipotizzare che si possa parlare di entità spirituale e la testimonianza di quanto abbiamo appena enunciato lo si attesta nel momento in cui Gesù è risorto.
All’inizio, nessun apostolo lo ha riconosciuto, solo perché rifletteva un’ immagine di un corpo infinito, che era quello spirituale.
Infatti l' evangelista Luca racconta nel Vangelo (Lc. 24, 13-35), che Gesù apparve a due dei suoi discepoli, partiti da Gerusalemme e diretti verso Emmaus, i quali non avevano saputo che il Cristo era già apparso a Maria Maddalena e non immaginavano che fosse risorto.
Da quando egli gli aveva lasciati, la loro fede si era affievolita, e le speranze fiorite dalle sue promesse di vita eterna erano scomparse dal loro cuore,come l'ombra di un illusione di un inutile sogno. Ed ecco all' improvviso Gesù apparve sul loro cammino e si avvicinò, come un pellegrino desideroso di compagnia. Chiese ai due uomini di cosa parlassero e perchè fossero tristi.
I discepoli non lo riconobbero allora li lasciò che essi parlassero del loro avvilimento, permettendogli di riportarli alla fiducia e alla gioia. Ma i due discepoli per un bel po' non si accorsero che era Gesù, egli giustificò l'accaduto ritenendo i due uomini con il cuore così lento nel credere alle cose che furono annunciate dai profeti tanto da far soffrire Gesù per entrare nella sua gloria.
Poco dopo, Gesù fu invitato a cena, e mentre sedeva, prese del pane, lo benedisse, lo spezzò e lo diede ai suoi discepoli ed in quel momento, gli occhi dei due uomini si aprirono alla sua luce. Ma appena l'ebbero riconosciuto, il Maestro scomparve.
Durante la domenica pasquale senza aprire né usci e né finestre, Gesù si mostrò ai fedeli che si erano riuniti segretamente, sbarrando le porte del loro nascondiglio per paura di una probabile repressione da parte dei Giudei. Ed impauriti e sgomenti, i discepoli credettero di avere davanti agli occhi uno spirito, ma il Signore li rassicurò mostrando le ferite che gli erano state inferte sulla croce ed in seguito riprodusse il gesto anche davanti a Tommaso che credeva solo vedendo con i suoi occhi.
Gli apostoli riuscirono a riconoscere Gesù per mezzo delle sue gesta e delle sensazioni trasmesse, un po’ come i pipistrelli che di notte riconoscono l’ambiente circostante orientandosi attraverso l’eco riflesso dalle onde sonore che emettono durante il volo.
La sensazione è una modifica operata sulla coscienza dagli stimoli interni ed esterni all’individuo.
La percezione dipende dall’organo stimolato e non dall’oggetto che la stimola e le sensazioni esterne giungono alla coscienza mediante gli organi del senso.
A seconda degli organi impegnati, diverse sono le modalità sensoriali e perciò si hanno sensazioni visive, uditive, olfattive, tattili, ecc.
Inoltre, nell’ambito di ogni modalità, si distinguono qualità sensoriali come, per esempio, il dolce e l’amaro, il caldo e il freddo.
La sensibilità si esplica entro un campo delimitato. La maggiore o minore intensità della sensazione potrebbe essere considerata come il semplice apporto di un dato esterno all’individuo o posta in relazione con le qualità dell’individuo stesso.
Se crediamo a tali teorie scientifiche, in cui si affermano dei concetti non percepibili, dovremmo essere predisposti ad accettare l’idea dell’esistenza di Dio, della Fede per Lui e della sua manifestazione.
Dio intercede per noi, comuni mortali, a fin di bene, e ci impartisce i migliori insegnamenti per una convivenza pacifica e d’amore con gli altri nostri simili. Dio ci invita a rispettare ed apprezzare qualsiasi forma di bellezza.
Se riflettiamo sul messaggio : “La bellezza sta negli occhi di chi guarda”, la riflessione che possiamo fare è che in realtà non si vede, come Dio, perché è soggettiva o dipende dalla fede.
Tra due persone, che si piacciono, scocca la scintilla dell’amore, può capitare che una dei due sia brutta per molti, ma l’affinità dello spirito e del corpo è talmente forte che riesce a vincere anche l’aspetto fisico.
Questo fatto è la dimostrazione che lo spirito di una persona assume delle sembianze che dipendono dalla predisposizione dell’animo, invece l’aspetto esteriore rappresenta quel corpo con cui siamo nati che non limita la scelta, ma deve solo servire da contenitore della nostra vera essenza.