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Per una maggiore comprensione del tema proposto ti consiglio di iniziare la lettura al primo post che è stato registato ( n. 1) ma che risulta l'ultimo nell'ordine degli altri post. In questo modo potrai seguire la logica dell'esposizione di questo pensiero.

Spero che ti sia utile per una tua personale riflessione per esplorare il "tuo spirito".


(a cura di Alessandro Trojani, da pubblicazioni di Frabrizio Coppola)


sabato 13 novembre 2010

11 - Dio, Trinità e Gesù - Significato cristiano / Riconoscimento di Gesù Cristo, dal corpo o dall’anima?

Il concetto di Fede abbraccia una concezione connessa ad essa, che è quella della Trinità.
La dottrina della trinità e unicità di Dio fa riferimento alle tre persone dell'unico Dio.
Questa dottrina si è sviluppata nell'ambito del cristianesimo antico e venne definita come dogma nel 325 d.C. col primo concilio di Nicea che dichiara la consustanzialità del Figlio col Padre e con lo Spirito Santo.
Le tre persone sono distinte come:
  1. Dio Padre: il creatore dell'universo.
  2. il Figlio: generato dal Padre prima della creazione del mondo, fatto uomo nella persona di Gesù Cristo nel seno della Vergine Maria, il redentore.
  3. lo Spirito Santo che il Padre manda nel nome di Cristo a insegnare e comprendere le verità rivelate. Terza persona della Trinità, distinta dal padre e dal figlio, ma ad essi indissolubilmente unita per costituire un unico Dio. Il dogma trinitario: Dio uno solo nella sostanza e trino nelle persone.

Relazione fra Padre, Figlio e Spirito

Come è possibile affermare che Dio è "uno e trino"? Secondo la fede cristiana la natura divina è al di là della conoscenza scientifica, ed è incomprensibile e non conoscibile se non fosse per quanto è dato sapere attraverso la rivelazione divina. Quindi la dottrina trinitaria non è una dottrina, come quella della esistenza di Dio, conoscibile attraverso la ragione umana o la speculazione filosofica.

Secondo la visione trinitaria, è scorretto dire che il Padre o il Figlio, in quanto alla divinità, siano due esseri. L'affermazione centrale e cruciale della fede cristiana è che esiste un solo salvatore, Dio, e la salvezza è manifestata in Gesù Cristo, attraverso lo Spirito Santo.

Lo stesso concetto può essere espresso in quest'altra forma: utilizzando un concetto matematico sugli insiemi che richiama la  relazione  transitiva, in cui tre insiemi distinti,il cui dominio coincide ed allo stesso tempo sono una cosa sola.


      

 e con, un ulteriore relazione simmetrica si può esprimere la seguente espressione:




1.       Soltanto Dio può salvare
2.      Gesù Cristo salva

3.      Gesù Cristo è Dio e salva.



In ambito teologico trinitario viene fatta una distinzione fra la trinità da un punto di vista "ontologico" (ciò che Dio è) e da un punto di vista "economico" (ciò che Dio fa).

Secondo il primo punto di vista le persone della trinità sono uguali, mentre non lo sono dall'altro punto di vista, cioè hanno ruoli e funzioni differenti.

L'affermazione "figlio di", "Padre di" e anche "spirito di" implica una dipendenza, cioè una subordinazione delle persone.

La fede è al centro della credenza religiosa, grazie ad  essa l’uomo può credere in tutto ciò che riguarda Dio, e  per questo ritenere che Dio è Infinito in cui in lui è evidente  il passato, il presente ed il futuro.

Gesù ha dimostrato con la resurrezione, che le parole di Dio si sono manifestate; ma rimane l’incertezza sulla resurrezione dell’anima o del corpo. Allora potremmo ipotizzare che si possa parlare di  entità spirituale e la testimonianza di quanto abbiamo appena enunciato lo si attesta  nel momento in cui Gesù è risorto.

All’inizio, nessun  apostolo lo ha riconosciuto, solo perché rifletteva un’ immagine di un corpo infinito, che era quello spirituale.

Infatti l' evangelista Luca racconta nel Vangelo (Lc. 24, 13-35), che Gesù apparve a due dei suoi discepoli, partiti da Gerusalemme e diretti verso Emmaus, i quali non avevano saputo che il Cristo era già apparso a Maria Maddalena e non immaginavano che fosse risorto.

Da quando egli gli aveva lasciati, la loro fede si era affievolita, e le speranze fiorite dalle sue promesse di vita eterna erano scomparse dal loro cuore,come l'ombra di un illusione di un inutile sogno. Ed ecco all' improvviso Gesù apparve sul loro cammino e si avvicinò, come un pellegrino desideroso di compagnia. Chiese ai due uomini di cosa parlassero e perchè fossero tristi.

I discepoli non lo riconobbero allora li lasciò che essi parlassero del loro avvilimento, permettendogli di riportarli alla fiducia e alla gioia. Ma i due discepoli per un bel po' non si accorsero che era Gesù, egli giustificò l'accaduto ritenendo i due uomini con il cuore così lento nel credere alle cose che furono annunciate dai profeti tanto da far soffrire Gesù per entrare nella sua gloria.

Poco dopo, Gesù fu invitato a cena,  e mentre sedeva, prese del pane, lo benedisse, lo spezzò e lo diede ai suoi discepoli ed in quel momento, gli occhi dei due uomini si aprirono alla sua luce. Ma appena l'ebbero riconosciuto, il Maestro scomparve.

Durante la domenica pasquale senza aprire né usci e né finestre, Gesù si mostrò ai fedeli che si erano riuniti segretamente, sbarrando le porte del loro nascondiglio per paura di una probabile repressione  da parte dei Giudei. Ed impauriti e sgomenti, i discepoli credettero  di avere davanti agli occhi uno spirito, ma il Signore li rassicurò mostrando le ferite che gli erano state inferte sulla croce ed in seguito riprodusse il gesto  anche davanti a Tommaso che credeva solo vedendo con i suoi occhi.

Gli apostoli riuscirono a riconoscere Gesù per mezzo delle sue gesta e delle sensazioni  trasmesse, un po’ come i pipistrelli che di notte riconoscono l’ambiente circostante orientandosi attraverso l’eco riflesso dalle onde sonore che emettono durante il volo.

La sensazione è una modifica operata sulla coscienza dagli stimoli interni ed esterni all’individuo.

La percezione dipende dall’organo stimolato e non dall’oggetto che la stimola e le sensazioni esterne giungono alla coscienza mediante gli organi del senso.

A seconda degli organi impegnati,  diverse sono le modalità sensoriali e perciò si hanno sensazioni visive, uditive, olfattive, tattili, ecc.

Inoltre, nell’ambito di ogni modalità, si distinguono qualità sensoriali come, per esempio, il dolce e l’amaro, il caldo e il freddo.

La sensibilità si esplica entro un campo delimitato. La maggiore o minore intensità della sensazione potrebbe essere considerata come il semplice apporto di un dato esterno all’individuo o posta in relazione con le qualità dell’individuo stesso.

Se crediamo a tali teorie scientifiche, in cui si affermano dei concetti  non percepibili, dovremmo essere predisposti ad accettare l’idea dell’esistenza di Dio, della Fede per Lui e della sua manifestazione.  

Dio intercede per noi, comuni mortali, a fin di bene, e ci impartisce i migliori insegnamenti per una convivenza pacifica e d’amore con gli altri nostri simili. Dio ci invita a rispettare ed apprezzare qualsiasi forma di bellezza.

Se riflettiamo sul messaggio : “La bellezza sta negli occhi di chi guarda”, la riflessione che possiamo fare è che in realtà non si vede, come Dio, perché è soggettiva o dipende dalla fede.

Tra due persone, che si piacciono, scocca la scintilla dell’amore, può capitare che una dei due sia brutta per molti, ma l’affinità dello spirito e del corpo è talmente forte che riesce a vincere anche l’aspetto fisico.

Questo fatto è la dimostrazione che lo spirito di una persona assume delle sembianze che dipendono dalla predisposizione dell’animo, invece l’aspetto esteriore rappresenta quel corpo con cui siamo nati che non limita la scelta, ma deve solo servire da contenitore della nostra vera essenza.

10 - Anima nell’Infinito, Dio infinito, Fede

Nello stesso modo potremo vedere, con una dimensione più vicina, Il CONCETTO D’ INFINITO  nei confronti della concezione di  Dio, che per molte persone, non è facile da comprendere se non ci fosse  la Fede, che permette di aprire la  propria  mente e di capire  accostandosi  anche   AL CONCETTO DI ONNIPRESENZA e ONNIPOTENZA di Dio.

Entrambi sono attributi  riferiti alla divinità, il primo indica la presenza  di Dio in ogni luogo, in quanto come  scienza che tutto conosce, potenza che crea e regge tutti gli esseri e come  sostanza che è presente ovunque senza risolversi in alcun essere particolare; la seconda mette in risalto la potenza assoluta e illimitata. 

Sapendo quanto sia grande Dio, lo si definisce IMMENSO e INFINITO e  per le sue caratteristiche, lo potremmo affiancare all’ idea della dimensione del tempo, che  non può essere determinato, ma è presente e visibile, perché il trascorrere dei momenti e degli istanti, lo si può vedere sul nostro corpo che cambia quando si invecchia e delinea la durata della  vita  dell’uomo sulla terra.

La "fede" è similare all’anima che è presente in ognuno di noi, non è un organo che si trova nel  corpo, ma allo stesso tempo fa parte di ogni singola creatura della terra.

Si può dire che "i nostri occhi siano lo specchio della nostra anima"; infatti se c’è qualche problematica  o se si è puri, chi prova a leggerci dentro potrà vedere  riflesso il  nostro animo.

Questo esempio ci porterebbe a ritenere che la realtà del mondo e di ognuno viene percepita, anche attraverso i  cinque sensi; grazie ad essi è possibile inquadrare una realtà tridimensionale, che permette di guardare alla profondità  dell’argomento senza soffermarsi alla sola idea iniziale.

Talvolta ci corre in aiuto anche il sesto senso, che viene chiamato percezione extrasensoriale o ESP (acronimo dell'espressione inglese Extra sensory perception) che rappresenta ogni ipotetica percezione che non possa essere attribuita ai cinque sensi.

L'uso del termine ”sesto senso” sottintende l'esistenza di canali di informazione  estranei e sconosciuti alla scienza con i quali un individuo è in grado di avere delle percezioni che gli permettano di valutare, una persona o un episodio, basandosi solo di sensazioni che fanno parte dell’ esperienza di ognuno, che nessuno può davvero comprendere se spiegati, ma talvolta si rivelano giuste.   

Infatti, gran parte degli studi, al riguardo si muovono al di fuori del "metodo scientifico", perciò si può affermare che, determinate teorie possano essere spiegate solo se si riesce ad uscire dalla visione scientifica, che permette di aprirsi ad un pensiero di fede. Perché il nostro cervello  presenta dei limiti a riguardo. Ne abbiamo l’esempio tangibile con la geometria proiettiva che tratta infinite dimensioni, ma in realtà le sole quattro dimensioni ci bastano per creare confusione nella nostra mente, perché non possono essere concepite, quindi tutto ciò che si può presentare difficile per la nostra conoscenza si connota o come scetticismo o come piena certezza.

Se accettiamo, senza sentenziare, che il Mondo ha infinite dimensioni, perché non dire che esiste DIO?   E di conseguenza che esiste anche  la FEDE.

9 - Riconoscimento di Gesù Cristo, dal corpo o dall’anima

Dio intercede per noi, comuni mortali, a fin di bene ci impartisce i migliori insegnamenti per una convivenza pacifica e d’amore  con gli altri nostri simili. Dio ci invita a rispettare ed apprezzare qualsiasi forma di bellezza.

Riflettiamo su questo concetto: “La bellezza sta negli occhi di chi guarda”, che in realtà non si vede, come Dio, perché è soggettiva o dipende dalla Fede.

Tra due persone, che si piacciono, scocca la scintilla dell’amore, può capitare che una dei due sia brutta, a detta delle altre persone, ma l’affinità dello spirito e del corpo è talmente forte che riesce a vincere anche l’aspetto fisico.

Una considerazione particolare da fare, riguarda l'indipendenza dei sentimenti dal tempo; oggi si prova amore come si poteva provare 1000 anni fa. Come pure la paura, la gioia, la rabbia ... L'uomo porta con se le stesse sensazioni che antenati o discendenti, perchè appartiene allo spirito e non dal corpo. Il concetto di "sentimento" è universale e lo sarà anche in qualsiasi dimensione che l'uomo vive. 

Questo fatto è la dimostrazione che lo spirito di una persona assume delle sembianze che dipendono dalla predisposizione dell’animo, invece l’aspetto esteriore rappresenta quel corpo con cui siamo nati, ma che non limiti la scelta, che deve solo servire da contenitore della nostra vera essenza.

San Paolo, chiedendo a Gesù quale corpo avrebbero avuto  i suoi fedeli, dopo la morte. Ipotizzando un corpo fisico, ci domanderemmo anche noi per coloro che in terra l’ hanno avuto informe, come si  manifesterà dopo la resurrezione? …

Allora, sarà certamente, un corpo spirituale concepito solo come luce che risplende con un intensità che dipende dalla purezza dell’animo e forse per comunicare poter usare i soli sensi che permettano di provare delle sensazioni che, probabilmente, saranno diverse nel contesto spirituale. 

Quindi potremmo definire la fede in Dio, “interfacciabile”, come sono le nostre sensazioni, che, a seconda della sensibilità delle persone, consente di percepire più o meno gli elementi della nostra esenza. La accentuata sensibilità permette di comunicare con Dio anche senza parlare, basta solo il pensiero o la semplice  preghiera, con la quale ci sentiamo più consolati e compresi; ci  permette così, di ordinare la confusione che si ha dentro ognuno di noi.

Ogni giorno osservando l’alba o qualsiasi altra meraviglia di Dio, ci porta una pace interiore che ci fa sentire in armonia con l’intero Creato, mentre quando si guardano immagini che non fanno parte del progetto del nostro Creatore, si percepiscono i peggiori sentimenti dell’uomo, fino a sentire distanza e disarmonia con il mondo.

Ma, quando saremo spirituali e ci troveremo davanti a paradisi o inferni, proveremo la medesima sensazione che avevamo quando abitavamo sulla terra? oppure tutto cambierà ! 

Si può dire che il Pensiero sia qualcosa di spirituale, che dipende dalla sensibilità, fino a connotare L’Anima.

venerdì 12 novembre 2010

8 - Fede e Scienza, postulati e assiomi

Congeniale sarebbe riuscire a dimostrare, attraverso degli elementi della scienza, che possono essere riscontrabili empiricamente, le teorie che riguardano la religione. E questa è la sfida di questo blog !

Per definire un "ente geometrico" occorre far riferimento ad altri enti precedentemente introdotti che, a loro volta, possono essere definiti solo facendo ricorso ad altri,di modo che,di concetto in concetto, si deve risalire ai concetti primitivi.

In modo del tutto analogo, per dimostrare una data "priorità" ci si deve riferire ad altre proprietà precedentemente dimostrate che, a loro volta, dipendono da altre. Si viene così a costruire, con un procedimento a ritroso, una successione di proprietà che non può, chiaramente, estendersi all’infinito. Per cui è necessario che alcune proprietà iniziali vengano introdotte senza darne una dimostrazione,quindi vengono ritenute come delle proprietà fisse.

Tali proprietà primitive vengono dette “postulati” o “assiomi”, usati come punti di partenza della matematica e vengono accettati per fede.

1 - L’ uguaglianza delle figure gode delle tre proprietà: Riflessiva, Simmetrica, Transitiva.

2 - Dati due qualunque punti distinti A e B, esiste una ed una sola retta che li contiene entrambi.

3 - Ogni retta r è un insieme ordinato di punti, l’ordinamento è tale che:

          - presi su r due punti distinti A e B, esiste sempre un punto C  compreso tra A e B
          - preso su r un punto C, esistono sempre due punti A e B di r  fra i quali esso è compreso.

            Corollario dipendente:

·        Fra due punti A e B di r sono compresi infiniti punti appartenenti ad r -> Ogni retta è un insieme infiniti di punti
·        Ogni punto C di una retta r è preceduto e seguito da infiniti punti di r. 

4 - Per ogni punto P passano infinite rette.

5 - Date due rette orientate a e b e due loro punti A (appartenente ad a) e B (appartenente ad b) esistono due movimenti rigidi che portano a ad coincidere con b, con A su B: l’uno fa coincidere le due orientazioni e l’altro le dispone in senso opposto.

6 - Dati nel piano una retta r ed un punto esterno ad essa, esiste una ed una sola retta s passante per P e non avente alcun punto in comune  con la r.  Quindi due rette r e s del piano si dicono parallele se coincidono oppure se non hanno alcun punto in comune. (Postulato di Euclide)

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Dati gli elementi sopra descritti potremmo  rompere i primitivi concetti ed elementi, quindi utilizzare gli assiomi, postulati o dogmi della scienza  che sono, per definizione, non da accettare per fede,  ma da accettare al fine di creare una utile e coerente teoria scientifica, e possono essere in qualsiasi  momento contraddetti, pur di ottenere una teoria di maggior utilità.

Un classico esempio è quello dato dalla definizione delle geometrie non euclidee, che nascono rimuovendo il quinto postulato di Euclide e costruendo una teoria che non ne fa uso. Quindi la definizione degli assiomi è essenzialmente dettata dalla convenienza e per questo motivo possiamo essere in grado di dimostrare una nostra teoria anche se non seguiamo le primitive proprietà.

Per ipotesi: possiamo considerare  l’affermazione che ritiene la retta, un insieme infinito di punti e se da un punto passano infinite rette, allora da qualsiasi punto proviamo a far passare una retta, riusciremo a determinarla.

E probabilmente, potrà capitare che due  rette si potranno anche  incontrare  in un punto all’infinito  !  !  !  ! 

Lo spazio non euclideo è ritenuto valido in conseguenza all’introduzione della relatività generale.

Nella seconda parte della teoria, la Relatività Generale, applicata all'universo  e che ha elaborato Einstein,  entra in gioco un'altra forza fondamentale, quella gravitazionale, a cui praticamente si sottomette persino la luce.

Infatti, nello spazio cosmico, un raggio di luce che transita in prossimità di una grande massa viene da questa deviato verso se stessa in maniera direttamente proporzionale all'entità del corpo celeste. Ciò è stato appurato durante le eclissi solari, osservando come alcune stelle apparivano spostate rispetto alle posizioni reali, a causa della massa solare.

Ma come sappiamo dall'evoluzione dei corpi stellari, questi alla fine della loro vita si contraggono, aumentando quindi grandemente la loro densità. A densità maggiori corrispondono gravità maggiori, e perciò più deviazioni della luce, sino al caso limite di densità infinita cui corrisponderà una forza gravitazionale infinita ed una conseguente deviazione totale della luce.

Allora un raggio di luce che passi in vicinanza di una grande massa gravitazionale verrà risucchiato da questa in un pozzo senza fondo, senza più essere visibile dall'esterno e con una velocità sempre maggiore.

Ma come sappiamo dalla relatività speciale, questa non può superare il suo stesso limite di 300.000 km al secondo, ragion per cui, ad esserne in primo luogo influenzati saranno lo spazio ed il tempo.

Una teoria rivoluzionaria dunque, che porta come diretta conseguenza nel campo astrofisico alla scoperta di uno dei più straordinari oggetti dello spazio: il buco nero, in cui si riscontra una contrazione del tempo tanto da poterla paragonare allo stato spirituale di cui si parla anche all’interno della Bibbia.

Se crediamo a tali teorie scientifiche, in cui si affermano dei concetti  non percepibili dovremmo essere predisposti ad accettare l’idea dell’esistenza di Dio, della Fede per Lui e della sua manifestazione.  

 

7 - La fisica del ventesimo secolo, le profezie sulla morte della religione e la patologica duplicità della cultura contemporanea

Nel corso del ventesimo secolo la fisica continua il suo sviluppo.

La teoria della relatività di Einstein implica l’esistenza di alcuni paradossi che sembrano contraddire il comune buonsenso e costringono i fisici a rivedere i concetti di spazio e di tempo.

Tale teoria inoltre evidenzia che la materia è una particolare forma di energia: la celebre formula di Einstein E=mc2, che tutti conoscono, ma di cui pochi sanno il significato.

In termini semplici ... significa che  la massa di ogni particella materiale equivale ad una certa energia, ed in particolari circostanz,e le particelle possono disintegrarsi e liberare l’energia corrispondente (si pensi alla bomba atomica).

Intanto gli studi sulla struttura dell’atomo rivelano che esso è un sistema fisico costituito da particelle ancora più piccole in movimento: il protone, il neutrone e l’elettrone. Tali particelle elementari obbediscono a leggi, descritte dalla cosiddetta meccanica quantistica, e rivelano che la loro natura non è puramente "corpuscolare" (cioè non si tratta di vere e proprie particelle materiali paragonabili a piccole palline dure), ma è anche "ondulatoria", ovvero sono descrivibili in termini di onde che si propagano nello spazio.

Questo è uno dei tanti paradossi della meccanica quantistica, che rivela i limiti della concezione materialistica e meccanicistica ottocentesca e propone nuovi modelli della realtà fisica.

Seguendo un ‘analisi storica, agli inizi del ventesimo secolo l’immagine che l’uomo ha di se stesso nell’universo è davvero desolante: egli è nato per motivi accidentali dal "brodo primordiale" e si trova a vivere in una realtà materiale e meccanica impersonale e del tutto insensibile alla sua esistenza.

Questa immagine sembra scaturire dall’indagine scientifica della realtà, che ottiene successi straordinari dal 1600 in poi fino a portare alla straordinaria tecnologia attuale, che rende possibili i viaggi spaziali, l’elaborazione di suoni, immagini ed informazioni tramite il computer, la loro trasmissione praticamente istantanea da una parte all’altra del mondo con le nuove reti di computer ...

La visione tradizionale insegnata dalla religione a questo punto sembra lontanissima dalla realtà.

L’ateismo si diffonde sempre più e molti si chiedono come possano esistere milioni di persone che continuano a credere nell’esistenza di Dio.

Già nel diciottesimo secolo l’illuminista Voltaire aveva profetizzato che entro un secolo la religione cristiana sarebbe scomparsa. Nel secolo diciannovesimo altri filosofi, alcuni anche antitetici tra di loro come Marx e Nietzsche, attaccarono il cristianesimo e tutte le religioni, prevedendo la loro fine imminente.
Tuttavia la religione cristiana esiste ancora oggi, anche se non esercita più quel ruolo egemonico tipico dei secoli passati. Questo non fa altro che aumentare il contrasto da cui abbiamo iniziato questo blog: una delle domande " ... chi ha ragione? ..." rimane irrisolta.

Da un lato la scienza con i suoi successi sembra aver superato la concezione tradizionale dell’universo, imposto dalla religione. Dall’altro lato la religione gode di buona salute (anche se non ottima), ed è sopravvissuta nonostante le teorie dei filosofi.

Forse la "religione" non è "l’oppio dei popoli", come sosteneva Marx, bensì un’esigenza insita nell’animo umano o almeno sentita da una grandissima parte dell’umanità.

Sembra che la concezione religiosa soddisfi l’uomo da un punto di vista emotivo, mentre quella scientifica lo soddisfi da un punto di vista razionale. Purtroppo però le due spiegazioni non sono coordinate tra di loro e appaiono in contrasto reciproco.

Lo sviluppo storico trattato fino ad ora è coerente con  ciò che la Chiesa insegna con i precetti della religione cristiana, e dall’altra i filosofi illustrato le scoperte della scienza, che sembrano inquadrarsi in una concezione diversa e forse incompatibile con la prima.

Infatti secondo la religione l’uomo ha un ruolo di stretta parentela con Dio, e può quindi vantare un’origine nobilissima (anche se parzialmente compromessa dal peccato originale). Secondo la visione sottintesa dalla scienza, l’uomo ha un’origine ben poco nobile, essendo un animale evolutosi in seguito a combinazioni accidentali e prive di scopo da una brodaglia di elementi chimici.

Mettiamo quindi a confronto le due verità:

- L'uomo è stato creato da Dio Stesso a Sua immagine e somiglianza e riveste un ruolo di primaria importanza nell'universo, e tuttavia è solo un animale particolarmente evoluto, che discende dalle scimmie e da altri organismi più semplici e primitivi nati accidentalmente in seguito a mutazioni genetiche casuali; un animale che avrebbe anche potuto non esistere senza cambiare praticamente nulla nel quadro generale dell’Universo.

- La vita è sacra ed eterna poiché è la suprema manifestazione dello Spirito Divino, e tuttavia è temporanea, caduca e priva di significato poiché è nata per puro caso in seguito ad interazioni chimiche accidentali tra elementi puramente materiali nel cosiddetto "brodo primordiale".

- La Terra è un luogo di importanza fondamentale nell’Universo, poiché Dio vi ha fatto nascere gli uomini, creati a Sua immagine e somiglianza, e tuttavia è un piccolo ciottolo sperduto nell'immensità del cosmo materiale, arido, freddo ed impersonale; un ciottolo che avrebbe anche potuto non esistere senza cambiare praticamente nulla nel quadro generale dell’Universo.

- L'Universo è una meravigliosa manifestazione della Suprema Intelligenza Divina, e tuttavia è un congegno materiale abbandonato a se stesso, che si muove come un mero meccanismo senza scopo né significato.

Tutto logico e coerente, vero? Pare proprio di no!!!!

6 - La svalutazione del ruolo dell’uomo nell’universo

Per quanto riguarda gli studi scientifici sugli esseri viventi, già nel secolo diciassettesimo Hooke aveva scoperto che essi sono costituiti da migliaia di piccole particelle chiamate "cellule", visibili solo al microscopio.

La teoria cellulare, sviluppata nel diciannovesimo secolo, evidenziò che le cellule a loro volta sono costituite di composti chimici che contengono elementi materiali ordinari (carbonio, ossigeno, idrogeno, azoto, eccetera), ovvero sono costituite di atomi proprio come la materia inanimata, sebbene mostrino una insolita capacità di organizzazione.

Così la scienza non trova nell’uomo l’anima di cui parlano le religioni, bensì solo elementi materiali. Questo portò il biologo Vogt ad affermare: "Il cervello secerne pensieri così come il fegato secerne bile".

Nel corso del diciannovesimo secolo Darwin dà un’ulteriore stoccata alla vanità dell’uomo. Con la sua teoria dell’evoluzione biologica egli evidenzia che gli esseri viventi si sono evoluti nel corso di milioni di anni da semplici organismi ad organismi sempre più complessi, fino ad arrivare all’uomo. Darwin commenta tutto ciò con le seguenti parole: "Nella sua arroganza l'uomo attribuisce la propria origine a un piano divino; io credo più umile e verosimile vederci creati dagli animali".

Oggi la biologia evoluzionistica afferma che l’uomo discende dalle scimmie, le quali discendono da organismi più semplici, e così via, fino a retrocedere a semplici cellule che si ritengono nate per caso sulla Terra circa tre miliardi di anni fa, grazie a combinazioni chimiche accidentali avvenute in acque poco profonde e ricche di elementi, che costituivano il cosiddetto brodo organico primordiale. I primi organismi complessi risalirebbero invece a circa 600 milioni di anni fa.

Secondo la biologia ufficiale, lo sviluppo della vita dal brodo primordiale è avvenuta per caso: scontri accidentali tra le molecole hanno formato strutture sempre più elaborate, formando organismi sempre più complessi.

La macromolecola del DNA, che contiene il codice genetico di ogni organismo, ha gradualmente subito delle mutazioni accidentali, e si sono conservate solo quelle combinazioni che fortuitamente si rivelavano più adatte a sopravvivere nell’ambiente circostante, mentre le altre sono scomparse, secondo un cinico meccanismo chiamato selezione naturale.

Nel corso del diciannovesimo secolo si comprende definitivamente anche che il Sole non si trova al centro dell’universo. La rivoluzione astronomica aveva sostituito il Sole alla Terra al centro del nostro sistema planetario (detto appunto sistema solare), ma si continuava ancora a credere che esso fosse al centro dell’universo (solo pochi, come Bruno, credevano all’esistenza di innumerevoli sistemi solari, nessuno dei quali poteva ritenersi centrale).

All’inizio del ventesimo secolo risulta ormai chiaro che il nostro Sole è una stella comune, di dimensioni medio-piccole, situata in una zona semi-periferica di una galassia qualsiasi, chiamata Via Lattea. L’uomo perde sempre più importanza rispetto all’immensità dell’universo materiale. E siccome le disgrazie non vengono mai sole, in questi anni arriva pure la psicoanalisi di Freud, che evidenzia che la psiche dell’uomo è fortemente condizionata dalle pulsioni inconsce (di natura praticamente animale), solo di poco mitigate dalla moralità collettiva.

5 - Sviluppi della scienza nei secoli XVII e XVIII, Meccanicismo, Illuminismo e diffusione dell’Ateismo

Galileo dimostrò che gli "oggetti volgari" si adeguavano a delle leggi meccaniche ben determinate e precise. Pertanto si poteva scorgere una struttura matematica anche nel comportamento dei banali oggetti materiali sulla Terra e non solo nel movimento degli astri nel cielo. Da allora lo sviluppo della fisica e delle altre scienze fu inarrestabile.

Il filosofo, matematico e fisico Cartesio contribuì in maniera decisiva a tale sviluppo. Keplero enunciò le leggi fondamentali del moto dei pianeti, evidenziando che le loro orbite erano ellittiche e non esattamente circolari (come si credeva fino ad allora sempre in virtù della convinzione che le caratteristiche dei cieli fossero perfette).

Si tratta ancora in un’epoca di transizione, in cui si cerca di far convivere le convinzioni teologiche tradizionali con le nuove conoscenze scientifiche che pure sembrano superarle inesorabilmente.

Non manca inoltre l’influenza di una concezione magica del mondo che si era diffusa durante il Rinascimento, grazie a filosofi come Bruno: così per noi è sorprendente il fatto che Galileo e Keplero conoscessero bene l’astrologia e compilassero oroscopi.

Forse Galileo intendeva solo arrotondare il suo magro stipendio in lire veneziane, ma sicuramente Keplero era convinto della validità dell’astrologia, o almeno concepiva l’universo in termini mistici.

Newton continuò il lavoro di Galileo ampliandolo in misura enorme e sistemandolo nella meccanica classica. Anzitutto riprese gli studi di Galileo sulla caduta dei "gravi" (cioè degli oggetti pesanti) giungendo a formulare la grandiosa teoria della gravitazione universale, che unifica la gravità terrestre con la gravità celeste, ovvero fornisce contemporaneamente una spiegazione del peso degli oggetti terrestri e della loro tendenza a cadere verso il basso, e del moto dei pianeti e di tutti gli astri nel cielo.

In apparenza si tratta di due fenomeni completamente diversi, che fino ad allora nessuno aveva pensato di associare. Newton inoltre diede una definizione matematica esatta del concetto di forza, che permette di dedurre esattamente il movimento degli oggetti, e diede contributi decisivi per lo sviluppo dell’ottica e dell’analisi matematica. Con le nuove conoscenze di fisica i progressi della tecnica divennero inarrestabili: presto sarebbero arrivate la macchina a vapore ed altre invenzioni, impensabili nei secoli precedenti, da cui seguì la "rivoluzione industriale", tappa fondamentale del progresso umano.

La presente panoramica intende evidenziare gli effetti dello sviluppo della scienza sulle convinzioni e sulla mentalità dell’uomo occidentale:

il progresso della scienza e della tecnica sembrava coincidere con una svalutazione sempre più netta della teologia e della religione, i cui insegnamenti sembravano essere superati o espressamente contraddetti dalle nuove scoperte.

Già Galileo aveva dovuto fare i conti con la Chiesa, che lo condannò all’isolamento ad Arcetri per aver sostenuto e difeso il modello eliocentrico, che veniva considerato eretico dalla Chiesa. Infatti esso non si accordava col principio che l’uomo fosse stato creato ad immagine e somiglianza di Dio e si trovasse al centro dell’universo, come sottinteso nella Bibbia (visione antropocentrica).

Galileo, a differenza di Bruno, fu condannato all’isolamento e non a morte perché rinnegò l’eliocentrismo. Ma rimase celebre la frase che egli avrebbe bofonchiato alla fine del processo, riferendosi evidentemente al moto della Terra intorno al Sole: "Eppur si muove".

Il modello meccanicistico della fisica ottenne notevoli risultati anche nel campo della fisiologia: grazie ad esso Harvey riuscì a spiegare la circolazione del sangue e Borelli il funzionamento dei muscoli.

I successi della scienza influenzarono enormemente le convinzioni degli intellettuali del diciottesimo secolo. Nacque così l’illuminismo, una corrente di pensiero che riponeva fiducia illimitata nella ragione dell’uomo, rinnegando i dogmi tradizionali della religione. Ad esempio il concetto di "fede", che si fonda sul sentimento e non sulla ragione, era inaccettabile per gli illuministi, che sulla base dei risultati della scienza sostenevano che l’approccio alla verità doveva essere di natura razionale e non emotiva.

Nacquero così strane forme di religioni "razionali" come il "deismo", e si ebbe una larga diffusione dell’ateismo, più che in ogni altra epoca precedente. Alcuni filosofi, come La Mettrie, portarono alle estreme conseguenze le convinzioni materialistiche, meccanicistiche ed ateistiche, rifiutando e negando l’esistenza di ogni forma di "spirito" e dichiarando che l’uomo e gli animali sono semplici macchine mosse dalle leggi della fisica, in maniera simile a degli orologi o dei congegni meccanici particolarmente complessi: praticamente degli automi.

Secondo questa visione, la mente dell’uomo è solo una conseguenza secondaria di tali movimenti meccanici, una sorta di fenomeno spurio causato accidentamente dalle combinazioni della materia e dal suo movimento interno.
Tali affermazioni di La Mettrie possono essere comprese se si considerano i risultati che la fisica e l’ingegneria stavano ottenendo in quell’epoca. La meccanica di Newton infatti può prevedere con precisione straordinaria il movimento non solo dei pianeti, ma, in maniera perfettamente analoga, di qualsiasi altro oggetto o sistema meccanico, purché si conoscano esattamente le forze che agiscono sul sistema in questione. L’evoluzione di un sistema meccanico quindi risulta prevedibile e predeterminata, con una precisione eccezionale, che apparentemente non sembra soggetta ad alcuna limitazione (determinismo).

Laplace, grande matematico e fisico, nel 1802 ebbe modo di esporre a Napoleone la teoria materialistica e deterministica su cui si basava la concezione della fisica. Alla fine Napoleone rimase meravigliato poiché Dio non era stato menzionato, e perciò domandò a Laplace quale fosse il ruolo di Dio in quel sistema del mondo. Laplace rispose: "non ho avuto bisogno di codesta ipotesi".

Alla fine del diciottesimo secolo nasce la chimica, basata sulla teoria atomica: si scopre che tutta la materia, allo stato solido, liquido o aeriforme, è composta da particelle piccolissime, chiamate "atomi", in conformità al termine usato nell’antichità dai filosofi Leucippo e Democrito. La chimica risulta subito in grado di dare una spiegazione delle proprietà di tutti i materiali conosciuti, e porterà presto alla creazione di nuovi materiali. Nella stessa epoca si sviluppano gli studi sull’elettricità e sul magnetismo, che permetteranno ulteriori straordinari sviluppi della tecnologia.

4 - Rivoluzione astronomica e nascita della scienza

Fino al sedicesimo secolo si riteneva che la Terra fosse al centro dell’universo (modello geocentrico di Tolomeo). Dante, che pure era dotato di conoscenze non banali sul movimento apparente degli astri ed era conscio della sfericità della Terra, nella semplice struttura cosmologica della Divina Commedia aveva posto la Terra stessa al centro dell’universo: l’Inferno si trova così sotto la superficie terrestre, il Purgatorio si trova sulla Terra ma agli antipodi rispetto al Mediterraneo, ed il Paradiso si trova nei cieli: esso comprende la Luna ed i pianeti allora noti (da Mercurio a Saturno) e si estende oltre le stelle fisse, che erano considerate dei semplici punti luminosi stampate sulla "sfera celeste".
Nel corso del sedicesimo secolo Copernico propose un modello eliocentrico (in realtà già concepito nell’antichità dall’astronomo Aristarco di Samo), secondo cui il Sole si trovava al centro dell’universo e la Terra era un semplice pianeta che ruotava, come gli altri, intorno al Sole. Il frate e filosofo Giordano Bruno sostenne tale modello estendendolo a tutte le stelle, immaginando che esse fossero altri Soli come il nostro e che ciascuna stella fosse il centro di un sistema solare che includeva pianeti abitati: si trattava di una visione modernissima che gli costò la condanna al rogo da parte della Chiesa, anche perché nel suo furore romantico Bruno aveva spiritualizzato tutta la Natura giungendo ad una sorta di panteismo (tutte le cose sono divine).
Galileo, fondatore della scienza moderna, portò prove evidenti della validità del modello eliocentrico grazie alle sue osservazioni col cannocchiale, un nuovo strumento che egli aveva praticamente inventato o enormemente migliorato. Ad esempio egli scoprì quattro satelliti che orbitavano intorno a Giove, smentendo il principio secondo cui tutto doveva ruotare intorno alla Terra; ed osservò le fasi del pianeta Venere, simili alle fasi lunari, le quali dimostrarono la validità del modello eliocentrico di Copernico a scapito dell’antico modello geocentrico di Tolomeo.
Ma non fu solo la "rivoluzione astronomica" a cambiare il modo di vedere l’universo. Galileo infatti, con le sue ricerche di fisica elementare, fondò la scienza moderna. Osservando la superficie della Luna per mezzo del suo cannocchiale, egli si era reso conto che vi erano pianure (o "mari") e montagne che producevano ombre variabili a seconda della posizione del Sole. Così egli dedusse che i cieli non erano "divini" e "incorruttibili" come si era creduto fino ad allora, sulla base dell’antica dottrina del filosofo Aristotele (si ricordi che il Paradiso di Dante includeva la Luna, i pianeti e le stelle fisse!).
Sulla base delle sue osservazioni, Galileo immaginò che l’universo fosse regolato da leggi matematiche, che pur essendo di origine divina erano le stesse sia sulla Terra che nei cieli. Così egli iniziò a studiare il comportamento fisico dei cosiddetti "oggetti volgari", ovvero semplici oggetti materiali come sassi, palline, piani inclinati di legno su cui far rotolare le palline, o secchi d’acqua da cui filtravano gocce d’acqua che fungevano da cronometro rudimentale.Grazie ai suoi esperimenti, Galileo misurò l’accelerazione di gravità (egli iniziò lanciando oggetti dalla Torre di Pisa, almeno secondo la leggenda); scoprì l’ isocronia del pendolo (osservando i lampadari nel Duomo di Pisa); ed in generale evidenziò che il movimento ed il comportamento degli "oggetti volgari" era comprensibile e prevedibile in termini matematici.
Egli ebbe l’inestimabile merito di creare il metodo sperimentale o metodo scientifico: da un grande numero di prove particolari Galileo traeva delle leggi generali (metodo induttivo), da cui era poi possibile fare previsioni su altri casi particolari (metodo deduttivo).Ciò univa mirabilmente la sperimentazione empirica tipica degli ingegneri (ed in questo furono decisive le influenze di Leonardo da Vinci e del filosofo Francis Bacon) con il razionalismo degli antichi greci, che pretendevano di capire tutto con la ragione, senza preoccuparsi di verificare accuratamente le loro affermazioni per mezzo di esperimenti concreti (per questo non raggiunsero in fisica gli stessi risultati straordinari che avevano ottenuto nello studio della geometria). Galileo enunciò i primi principi fondamentali della fisica come il principio di inerzia o il principio di relatività (che tre secoli più tardi verrà generalizzato da Einstein).
Nacque così la fisica come scienza vera e propria, in contrapposizione alla fisica di Aristotele, basata solo sui suoi ragionamenti e sulle sue convinzioni e quindi di scarsissima validità. Occorre riconoscere però che alcune ricerche e scoperte dell’antichità meritano di essere considerate pienamente valide e scientifiche: è questo il caso degli studi di Archimede sulle leve o sul galleggiamento dei corpi, degli studi di Pitagora riguardo all’acustica, o di certi studi specifici di alcuni astronomi (anche se collocati in un erroneo sistema geocentrico).

3 - Visione tradizionale del mondo secondo la religione

 Nelle famiglie cristiane, viene insegnato che Dio creò l'universo in sette giorni: il primo giorno creò la luce, la separò dalle tenebre e nacque così il ciclo del giorno e della notte. Il secondo giorno creò il cielo, il terzo giorno la Terra, il quarto giorno il Sole e la Luna, il quinto giorno gli animali che vivono nell'acqua ed i volatili, il sesto giorno gli animali che vivono sulla terra e l'uomo. Infine, il settimo giorno, Dio si riposò. Sempre nel primo libro della Bibbia, la Genesi, l'uomo fu formato dalla polvere (Genesi 2,7) e tuttavia fu creato ad immagine e somiglianza di Dio (1,26), il Quale era puro Spirito (1,2).

In seguito il primo uomo e la prima donna, Adamo ed Eva, commisero il "peccato originale" e per questo motivo Dio li scacciò dal Paradiso terrestre condannandoli ad una vita di fatiche e di stenti: "Col sudor di tua fronte mangerai il pane, finché ritornerai alla terra da cui sei stato tratto, poiché tu sei polvere e in polvere ritornerai!" (3,19). Nei secoli seguenti gli uomini abusarono del "libero arbitrio" di cui Dio li aveva dotati e commisero peccati di ogni genere. Così si rese necessaria la nascita di Gesù, Figlio di Dio, per redimere le colpe dell'umanità.

Questo è quanto la religione cristiana insegna e che per secoli ha dominato l'Europa, permettendo un certo sviluppo morale, civile, sociale (e conseguentemente anche economico), sia pure tra diversi problemi e tante ingiustizie.

Intorno al 1600 o al 1700, con la nascita della scienza moderna, tale concezione tradizionale iniziò ad essere messa seriamente in discussione. Per essere più precisi, la ricerca di indipendenza ed il processo di allontanamento dalla "dittatura" teologica medievale, erano già iniziati intorno al 1500, con l’Umanesimo ed il Rinascimento.

Il primo passo fondamentale che doveva capovolgere la concezione tradizionale dell’universo fu dovuto alla cosiddetta rivoluzione astronomica.

2 - Più velocità, meno spazio e tempo

Quindi un corpo che viaggia a velocità prossime a quella della luce, tenderebbe a contrarsi fino a scomparire. Questa incredibile conseguenza dipende dalla relatività del tempo rispetto alla costante della velocità della luce: spazio e tempo sono correlati tra loro.

Einstein infatti parla di dimensione spazio-temporale. Se la costante è infatti, la velocità della luce, le due grandezze rimanenti non sono più assolute, ed anche lo spazio risulta diverso per i diversi osservatori. All'aumentare della velocità, quindi, non solo si modifica la struttura del tempo, ma si modifica necessariamente anche la struttura dello spazio. Dunque all'aumentare della velocità di un corpo, il tempo rallenta e lo spazio si contrae.

Un esempio potrebbe essere il caso di un marinaio che cammini lungo il ponte di una nave a 5 km all'ora, dalla terraferma lo vedremmo muoversi secondo due diverse velocità, a seconda del riferimento usato. Una di 5 km/h riferita alla nave, e l'altra di 5 km/h più quella propria del battello, se useremo la Terra come punto di riferimento. E fin quì tutto a posto con il sistema galileano.
Il problema nasce se la velocità con cui si muove il nostro ipotetico viaggiatore sia pari a quella della luce. In questo caso non lo vedremmo più spostarsi ad una velocità pari alla somma delle due, come ci potremmo aspettare, bensì sempre a quella stessa della luce.

La stessa cosa riguarda la luce solare che ci giunge sempre nello stesso tempo, sia che la Terra si stia avvicinando al Sole, ed in questo caso, dovremmo osservarne una maggiore perché il nostro pianeta andrebbe incontro ad essa, sia che la Terra se ne stia allontanando, ed in questo caso ne dovremmo avere una minore perché  i raggi solari sarebbero costretti a rincorrere la Terra.

E' questa una caratteristica della luce, da cui si ricava che la sua velocità, la massima attualmente conosciuta, non risponde alle regole del sistema galileano ed è perciò uguale per ogni punto di riferimento a prescindere dallo spazio e dal tempo. Di questo se ne accorse Einstein che elaborò la teoria della relatività prendendo spunto dalla scoperta di due scienziati americani, i quali alla fine del diciannovesimo secolo avevano notato che, nonostante la luce viaggi ad una velocità grandissima, questa non può superare comunque i 300.000 km al secondo.

Essa è dunque una quantità finita che si mantiene costante nel tempo e nello spazio. La teoria della relatività allora ribalta i punti di riferimento fissati dal sistema galileano quando la velocità di un corpo si approssima a quella della luce. Ogni evento fisico non è più relativo al moto, con lo spazio ed il tempo invariabili, bensì alla posizione dell'osservatore, dove l'unica entità assoluta diviene appunto la velocità della luce.

Einstein codificò il tutto in quella famosa formula che caratterizza tutta la sua teoria:

E (Energia) = M (massa) x C2 (velocità della luce al quadrato)

Quindi si può affermare che avvenendo una contrazione dello spazio e del tempo tanto da  uguagliare questa condizione al valore zero che risulta essere né visibile e né tangibile perché non quantificabile, perciò paragonabile alle caratteristiche legate all'infinito e quindi a Dio.

Alcuni scienziati oggi studiano l'accostamento tra la tradizionale visione cristiana, basata sulla Bibbia e la concezione scientifica che emerge dalle sensazionali scoperte degli ultimi quattro secoli. Secondo molti uomini di scienza, ed anche secondo molte persone comuni, queste due concezioni sono in conflitto. Non però chi le ritiene compatibili ed auspica il superamento delle apparenti discordanze. Addirittura alcuni scienziati che nega l’esistenza di una contraddizione.

Chi ha ragione? Esiste una soluzione a questo dilemma?  La questione è molto delicata e per poter procedere  ...